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“I poveri non esistono” la povertà nel 2024

“I poveri non esistono”. Questo è il titolo dell’ultimo libro del giornalista Gianni Garrucciu, presentato ieri, 27 febbraio, presso l’Aula Poupard dell’IEM.

Il titolo, paradossale quanto provocatorio, vuole e deve essere un invito a riflettere sul fatto che “i poveri non esistono per chi non vuole guardare. In realtà, sono sempre più vicini a noi, abitano le casa a fianco alle nostre, spesso anche le nostre. I poveri non esistono lontano, ma sono sempre più vicino, fino ad identificarsi con noi, con i nostri figli, con le generazioni che verranno”, come lo stesso autore afferma. Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo alla povertà oggi, nel 2024?

I dati rilevati dalle ricerche negli ultimi anni sono allarmanti; in seguito alla pandemia e con il propagarsi delle guerre, il numero dei poveri nel mondo si è moltiplicato ed è ancora in crescita, con un ritmo spaventoso.

Quando pensiamo alla povertà, siamo soliti pensare ad uno stato di indigenza, di mancanza, di necessità; ma troppe volte ci soffermiamo solo sulla sfera materiale. Il concetto di povertà oggi è in realtà molto più ampio. Ci colpisce tutti e anche nel profondo, da vicino. Povero non è solo colui a cui manca il pane; povero è anche chi vive in una famiglia benestante e ha una vita agiata ma senza una carezza, senza attenzioni, senza affetto.

L’incontro di ieri, incentrato su un tema considerato scomodo e spesso definito “triste” ha sorprendentemente portato un grande messaggio di speranza: sono state raccontate storie di riscatto, testimonianze di persone che avevano “smarrito il cammino” e hanno conosciuto una seconda possibilità grazie al loro impegno e alla vicinanza di altre persone pronte a tendere loro la mano. Non va dimenticato che la condizione di povertà rischia di minare la sfera della dignità; in quel caso è fondamentale saper offrire aiuto a chi è in difficoltà non trascurando il valore e la sensibilità dell’altro.